mercoledì 18 dicembre 2013

Cruciverba - Dicembre 2013




ORIZZONTALI

1) Antenato della pecora – 6) Supposizione arbitraria priva di fondamento – 14) Unità di misura dell’energia nel sistema CGS -17) Religione monoteista – 18) Interrompe un film – 20) A te – 21) Tu – 22) Provincia della Sardegna – 23) Ovest in spagnolo – 25) Rovigo – 26) Città greca – 27) Forte rumore metallico – 32) Secco, assetato, arido – 35) Random Association Organization – 36) Lo sono per esempio i pensionati nei cda di grandi aziende con le quali non hanno niente a che fare – 37) Infiammazione dell’orecchio – 39) Introduce le concessive in latino – 41) Participio passato del verbo “ottundere” – 42) Fantasma – 45) Bagno… alla francese – 47) Una disfunzione del cuore – 49) Ospedale Militare – 51) Lo sono coloro che apprezzano particolarmente qualcosa – 53) Un sindacato italiano – 55) La misura il gallone (per chi non si adegua a sistemi più razionali..) – 56) Piccolo contenitore – 58) Le stanze dei monaci – 60) Organizzazione degli Anarchici dell’Oman – 61) Una sorella… molto devota – 62) Volò troppo alto – 64) Parte acquosa del latte – 66) Rifiuto categorico – 68) Enzima della saliva – 70) Andato – 71) Un’altra provincia della Sardegna – 72) Cieca – 73) Codice armonizzato indicante, sulla patente, l’obbligo di portare lenti correttive.

VERTICALI


1) Nonostante la loro funzione sia analoga a quella dei campanili, sono espressione di una cultura profondamente diversa – 2) Logoro, liso – 3) Infiammazione – 4) Sinonimo ( non comune) per gabbiano, che si rifà al suo nome scientifico – 5) Prefisso per “uguale” – 5b) Chi soffre di quella sindrome cerebrale caratterizzata da crisi di convulsioni – 6) Il contrario di Bi – 7) Due dispari in lamella – 8) Misura di capacità – 9) Associazione Calcistica – 10) Il marito della cognata di tua madre – 11) Percorso burocratico – 12) Sono nei deserti – 13) Lo sono “bisillabo” e “trisillabo”, in quanto esprimono una proprietà che non possiedono – 15) Malvagio, peccatore – 16) Un pesce – 19) Etnia africana – 24) Taranto – 25) I re di Francia – 27) Famiglia veneziana il cui palazzo si affacciava sul Canal Grande subito dopo il ponte degli Scalzi – 28) Una donna che non beve alcolici – 29) Lo è l’acqua frizzante – 30) Esprimo rispetto, venero – 31) Che provoca il vomito – 33) Cellula non differenziata – 34) Regni – 38) Marchio registrato – 40) Relativo all’ileo – 43) Colore – 44) Due vocali – 46) Aspetto… in spagnolo – 48) Folto di peli ispidi – 52) La briscola nel bridge – 53) Il tempo tipico di una regione – 54) Nome di donna – 55) Nome di auto – 57) Manzoni riteneva che le sue acque lavassero anche le macchie più difficili – 59) Levante – 61) Seno – 63) Suffisso per composti chimici (n.o. minore) – 65) Dà inizio ad un orrore sconfinato – 67) Due vocali – 68) Le prime lettere dell’alfabeto 69) Secondo.

Nicolò Buranelli

Sconvolgimenti, conclusioni e destini beffardi

Scritto il 2 Dicembre 2013
Siamo arrivati alla 14° giornata ed ora, intesta al campionato di Serie A non c’è più la Roma. La squadra capitolina, dopo la vittoria del 30 ottobre contro il Chievo, ha pareggiato le successive quattro partite, perdendo così il primato ottenuto nelle prime 10 giornate con altrettante vittorie. Nonostante i giallorossi siano ancora imbattuti, preoccupa questa flessione, soprattutto perché avvenuta con squadre non di primissimo livello (sto parlando di Torino, Sassuolo, Cagliari e Atalanta).In testa ora troviamo la Juventus che, dopo la bruciante sconfitta di Firenze, ha conseguito (finora) 5 vittorie consecutive, tutte senza subire gol. Tra queste partite spicca il “Big Match” contro il Napoli, vinto con un netto 3-0. In casa Napoli questa sconfitta ha di fatto aperto una piccolissima crisi di risultati, che però ha comunque tolto serenità all'ambiente partenopeo. Oltre ai sei punti di distacco dalla capolista, infatti, la squadra di Benitez rischia di uscire anzitempo dalla Champions, causa una pesante sconfitta contro il Borussia Dortmund.

CAMMINA, CAMMINA …

“Cammina, cammina, quante scarpe consumate, quante strade colorate, cammina, cammina”. Cantavano così nel 1991 i Nomadi. Chissà a cosa pensavano Da Olio e Carletti mentre scrivevano di “ vicoli tenebrosi” “scarpe consumate” e “strade abbracciate dal gelo ”... Noi oggi affidiamo queste parole ad un maratoneta che, per la grande passione verso questo sport, ha dovuto camminare tanto. Carlo Airoldi, il campione mancato.

6 aprile 1896, Atene. Uno dei giorni più importanti della storia dello sport: l’inaugurazione della prima edizione dei giochi olimpici moderni. “Dichiaro aperti i primi giochi olimpici internazionali di Atene. Lunga vita alla Nazione, lunga vita al popolo greco” disse Re Giorgio I, guardando il pubblico negli spalti dello stadio Panathinaiko. Nello stesso luogo, poche ore dopo, partì la maratona. Al traguardo un giovane, con un baffo prorompente, venne fermato da un giudice di gara poco prima di tagliare il traguardo. Subito lo raggiunsero le forze dell’ordine che portarono il giovane in prigione.  Ma chi era quel giovane? E perché fu arresto?

Slightly out of focus: Robert Capa, testimone di coraggio

“Se la foto non ti è venuta bene, vuol dire che non ti sei avvicinato abbastanza”.
É la famosa frase del fotografo Robert Capa, pseudonimo di Endre Erno Friedmann. Frase ormai pronunciata con leggerezza da molti, frase citata da fotografi professionisti per spiegare diaframmi e tempi.
Frase che ha generalizzato, e un po' perso, il suo significato.
Quello che intendeva Capa, infatti, non era una prossimità solo fisica, bensì emotiva. Il fotografo doveva essere vicino al soggetto, conoscerlo, capirlo. Doveva immedesimarsi in lui, doveva essere il suo specchio.

Robert Capa era un fotografo coraggioso. Era un fotografo, ma soprattutto un ascoltatore, uno scrutatore.

Nato nel 1913 a Budapest da genitori ebrei, Endre era un giovane libero e gioviale, in età adolescenziale un seduttore, festaiolo con una visione edonistica della vita. Allo stesso tempo, però, era estremamente interessato alla letteratura, alle arti e alla politica.
Si identificò poi con idee politiche di sinistra, partecipando a molti scioperi e manifestazioni di protesta.
Endre Friedmann voleva fare il giornalista, per diffondere le idee progressiste che condivideva, ma viveva in un luogo e in un'epoca dove tutto ciò era molto difficile da realizzare: un'Ungheria fascista e antisemita.
Nel 1931, a soli diciassette anni, Friedmann viene arrestato dopo aver preso parte ad una manifestazione antigovernativa ed è costretto a scappare dal suo Paese.
Arriva a Berlino, dove si iscrive alla Facoltà di giornalismo della Deutsche Hochschule für Politik e svolge molti lavori occasionali per pagarsi gli studi.
Poco dopo viene assunto dalla prestigiosa agenzia Dephot come assistente del laboratorio fotografico: un'occasione d'oro per Friedmann.
Il direttore Guttmann non tarda a notare il talento del giovane, che lo invia a Copenhagen e altre città.
L'ascesa di Hitler costringe però Friedmann ad un nuovo esilio, stabilendosi a Parigi, città chiave per la sua formazione.
Qui conosce molti fotografi, tra cui Henri Cartier-Bresson e André Kertész.
Nel 1934 Friedmann incontra Gerda Pohorylle, ebrea tedesca di origine polacca, di cui si innamora.
Nel 1936 Gerda, vedendo le difficoltà del compagno a pubblicare i suoi lavori, lo ribattezzò con il nome di Robert Capa, inventandogli l'identità di un elegante e misterioso professionista americano, più adatta a suscitare l'interesse degli editori parigini.
Gerda Taro (così si ribattezza) presenta i lavori di Robert Capa e tutti fanno a gara per le fotografie di quel genio dal nome hollywoodiano.
Nel 1936 parte per la Spagna a documentare la guerra civile in favore della Repubblica.

“Resistere non è solo un dovere, ma una necessità dei giovani”

Apriamo con una frase di Maria Cervi, figlia di Antenore Cervi ( per scoprire di più su Antenore e i suoi fratelli leggi gli articoli dell’anno passato), il nuovo articolo della sezione personaggi. Anche se Maria non è la protagonista di questo articolo, riassume perfettamente il pensiero del personaggio di questo mese: il comandante partigiano Alessandro Gallo, nome di battaglia “Garbin“.  Chi crede di non averlo mai sentito nominare si sbaglia. Infatti, al comandante è dedicata una delle  vie principali del Lido di Venezia, isola dove è cresciuto. Quando parliamo di partigiani molto spesso prendiamo  esempi molto lontani da noi, ignorando quelli che sono ogni giorno sotto i nostri occhi. Il nome di Gallo possiamo leggerlo tutti i giorni nell’androne del nostro Liceo, dove è affissa una targa a suo nome. Come mai nel nostro Liceo? Lo scoprirete solo leggendo.

Alessandro nasce a Venezia nel 1914. Frequenta il liceo Marco Polo, e, proprio come noi, in questa fase della vita sceglie la sua fede politica. Infatti, leggendo opere francesi e russe, confrontandosi con amici, matura non solo un’avversione al fascismo in modo teorico, ma si iscrive successivamente al Partito Comunista per combattere materialmente la dittatura. Dopo la laurea in legge, decide di continuare gli studi iscrivendosi alla facoltà di storia e filosofia. Laureatosi anche in quest’ultima diventa insegnate e, trascorso qualche anno a Pieve di Cadore, prende cattedra al liceo scientifico G.B. Benedetti. Qui insegna l’importanza della libertà e l’antifascismo. È un grande onore affermare che il nostro Liceo, grazie a persone come Gallo, era uno dei maggiori centri di iniziativa antifascista.
Negli anni ‘40 Sandro diventa un attivista del partito, diffondendo clandestinamente volantini di propaganda anti- regime e L’Unità. Fu così che iniziarono i guai. Infatti, arrestato insieme ad altri per questo motivo, viene prima condotto a Roma, poi costretto al confino ad Avezzano.

Prince, il rivoluzionario Pop

Il musicista di cui voglio trattare in questo articolo è da sempre sottostimato, quando invece meriterebbe di essere lodato per quello che realmente è: un assoluto genio della musica pop.

Prince, cantante e musicista di spiccato talento, ha caratterizzato il panorama pop degli anni ’80 (e non solo) con la sua musica elettrizzante, i suoi balli ambiguamente sensuali, la sua voce squillante.
Il carismatico musicista  in questione riesce infatti a far conciliare, con immensa abilità, la musica “nera” con quella new wave, unendo suoni “hendrixiani” a irresistibili melodie elettroniche, diluite in un ritmo dance.

Prince ha la straordinaria abilità di riuscire a produrre musica semplice e pop a tutti gli effetti, immergendola però in una miscela urbana, elettrica e densa di una raffinatezza unica. Una raffinatezza funk, sporca delle sue perversioni sessuali (basta ascoltare "If I Was Your Girlfriend"), e colma di sofisticatissimi arrangiamenti, da lui stesso curati.
E’ giusto ricordare infatti che questo abilissimo musicista è dotato di uno spiccato talento, che gli permette di poter arrangiare e suonare numerosissimi strumenti musicali.

Occupare o non occupare?

Occupare o non occupare? Questo è il dilemma. Anche quest'anno ci ritroviamo di fronte a questo dubbio amletico. Per protestare di motivi ce ne sarebbero questo anno tanti quanti lo scorso visto che le scuole crollano ancora e i soldi non arrivano. Ho sentito tante motivazioni per occupare quest'anno e tutte valide, poiché si riferiscono a problemi che persistono. Però non ho mai sentito parlare del perché si é scelto questo metodo di protesta, perchè farla ora e perché secondo loro così sarebbero stati ascoltati. Chi sostiene che questo sia l'unico metodo efficace per essere ascoltati non mi convince minimamente visto che sono anni che si occupa senza avere rilevanza se non trafiletti sui giornali locali e soprattutto senza ottenere risultato alcuno. A questo punto sarebbe da farsi un esame di coscienza e ragionare sul perché della scarsa efficacia di questa forma di protesta. Io personalmente credo sì che l'occupazione sia un metodo di protesta efficace, ma come é stata gestita fino ad adesso ci fa soltanto rimanere indietro sul programma scolastico e fare una pessima figura davanti all'opinione pubblica. Contrariamente a quest'anno, il precedente ho deciso di partecipare all'occupazione, perché tra le due c'è una differenza fondamentale: quella recente non aveva speranza di ottenere risultati. Quella di quest'anno, oltre ad essere disorganizzata, non faceva parte di un movimento. L'anno scorso abbiamo scelto di occupare quasi in sincronia con le altre scuole. Questa é la differenza fondamentale, ma comunque non è stata efficace. Per rendere la protesta efficace non bastano i buoni principi ma anche la rilevanza, e la forma dell'occupazione di una scuola per 3 giorni non basta. Qui allora ci si aprono 2 vie: o l'occupazione ad oltranza, che per la contraddizion che nol consente, non é praticabile o l'organizzazione di una occupazione "collettiva". L'unico metodo per farsi sentire é occupare tutti insieme, noi (benedetti-tommaseo), sarpi, marco polo, barbarigo, algarotti, fermi e tutti gli altri. Solo in questo modo ci potremmo fare ascoltare dallo stato con l'occupazione. Sempre che l'occupazione sia l'unico modo...

Federico Fontolan